venerdì 14 agosto 2015

Dopo l'inquinamento del mare tocca alla sabbia



Tanto tuonò che piovve. Sono scattati i sequestri dei documenti dell'Arta, dell'ACA e del Comune di Pescara in merito alla torbida vicenda dello sversamento in mare di liquami fognari per la ripetuta rottura della conduttura fognante. Scrivemmo già il 4 giugno in questo post  http://terranostraitalia.blogspot.it/2015/06/inquinamento-mare-balneatore-minaccia.html .

Dopo l'ultima grave rottura del 28 luglio 2015 si sono accesi i riflettori dell'opinione pubblica e della magistratura sulle omissioni del sindaco Alessandrini che non ha mai avvisato la cittadinanza delle 11 rotture, nè tanto meno di quella del 28 luglio scorso che per 17 ore ha sversato in mare i liquami fognari. Oltre 45 milioni di litri di acque putride sono stati sversati in mare ai quali si aggiungono 450 litri di acido peracetico usato direttamente nelle fogne anzichè nella vasca di decantazione del depuratore. Silenzio assoluto della giunta comunale che si è limitata a dire che il danno era stato riparato. Silenzio assoluto su eventuali rischi di quello sversamento. Nessuna comunicazione nè atto ufficiale di divieto di balneazione per l'alto tasso di inquinamento che si è avuto. L'assessore all'ambiente dice che era sabato quando hanno ricevuto i risultati delle analisi. Cosa c'entra ? Di sabato non si emettono ordinanze ? I telefoni e le mail non funzionano per avvisare gli organi preposti, la stampa e gli stabilimenti ? Una brutta storia che si spera verrà chiarita con le responsabilità e l'omissione del sindaco. Molti bimbi hanno riportato lesioni cutanee e sintomi di vomito e gastroenterite proprio a ridosso di quel fine settimana e per i giorni successivi. Ora tocca alla magistratura ufficializzare tali responsabilità. 

Nel frattempo noi puntiamo l'attenzione anche sulle sabbie prelevate a ridosso della foce del fiume e che sono state utilizzate per il ripascimento del litorale pescarese. sabbie che depositano tutto il materiale fuoriuscito per ben 11 volte dal 6 aprile 2015 , quando si ruppe per la prima volta la conduttura fognaria. Quelle sabbie sono state prelevate a giugno durante le operazioni di dragaggio sotto il molo nord, dove ci sono i trabocchi, e sono state distribuite sul litorale per il ripascimento delle spiagge di alcuni stabilimenti balneari. Le sabbie non sono state analizzate, almeno non risulta pubblicamente. Sono state gettate tal quale sulla spiaggia e potrebbero contenere sostane tossiche e residui contaminanti. 

Ricordiamo che durante la precedente amministrazione di centrodestra, il ripascimento fu bloccato dagli ambientalisti e le sabbie furono accantonate nella vasca di decantazione che è sul molo del porto per essere esaminate. C'era il rischio che le sabbie potessero contenere DDT. Quelle sabbie sono lì ammassate dal 2010 mentre quelle prelevate a giugno sono state distribuite sulle spiagge. Le domande che poniamo sono:

1) sono state fatte le analisi alle sabbie ?
2) dove sono i risultati ?
3 ) su quali tratti del litorale pescarese sono state scaricate ?

Domande legittime che avrebbero dovuto fare le associazioni ambientaliste. Associazioni che avrebbero dovuto bloccare da subito il ripascimento e chiedere le analisi. Forse queste associazioni sono talmente politicizzate che non hanno osato interfenire con una giunta che annovera un partito chiamato Sinistra Ecologia Libertà, silente anch'esso..alla faccia dell'ECOLOGIA

Attendiamo risposta alle nostre 3 domande e buon bagno