mercoledì 10 giugno 2015

Residenti, dite ai bottegai che incasseranno 864.000 euro in meno


Non bastava la mazzata fiscale con le aliquote massime delle addizionali comunali, Non bastava l'esclusione dalle esenzioni fiscali di chi ha un reddito annuo lordo di 16.000 euro. Ora la mannaia cala ulteriormente sui 4.800 residenti del centro di Pescara che usufruiscono di permesso di parcheggio gratuito sotto la propria abitazione. Dovranno pagare 15 euro al mese per poter parcheggiare sotto la propria abitazione che, tradotto in costo annuo, sono 180 euro l'anno ( per chi ha solo una macchina ). 180 euro moltiplicati per 4.800 titolari residenti fanno 864.000 euro l'anno.
Che fine faranno questi soldi ? Il sindaco di Pescara dice che servono per coprire i buchi finanziari ( di questi pseudo buchi ne abbiamo già scritto ) ma una cosa è certa: NON ANDRANNO NELLE CASSE DEI BOTTEGAI . L'economia della città perderà altri 840.000 euro, volatilizzati per una politica vessatoria per far fare cassa al Comune e non agli operatori economici, già allo stremo e che non riescono a pagare imposte, tributi e affitti ( in arretrato ). Questo dovrebbe far mobilitare i bottegai contro le loro associazioni di categoria, quali Confcommercio e Confesercenti. 

La prima perchè aveva come obiettivo quello di voler gestire i parcheggi a Pescara con la costituzione di una propria cooperativa,
http://confcommerciopescara.it/index.php/news/interventi/25-news/interventi/331-la-confcommercio-alla-giunta-alessandrini-rimbocchiamoci-le-maniche

La seconda perchè ha eletto due suoi dipendenti in Consiglio Comunale tra le fila del PD che governa la città, quindi sono corresponsabili di queste scelte politiche della Giunta Comunale

Ora ci aspettiamo che gli iscritti a queste due associazioni inizino a mobilitarsi sia contro le stesse e sia contro l'amministrazione comunale del sindaco Alessandrini, se hanno una dignità e se pensano alla propria situazione economica familiare piuttosto che a quella delle associazioni dicategoria ( che stanno perdendo sempre più iscritti a causa delle chiusure di attività )

Confidiamo anche nei cittadini del centro, che fanno la spesa abitualmente nei negozi sotto casa, sperando che dicano ai loro bottegai di fiducia : " SCUSA CARO MA QUEST'ANNO SPENDERO' 180 EURO IN MENO DA TE PER PAGARE IL PARCHEGGIO "

180 euro x 4.800 residenti = 864.000 euro E' LA SOMMA CHE FA IL TOTALE. 





lunedì 8 giugno 2015

Il M5S fa un favore ai petrolieri sui disastri ambientali (con il PD)


Lo scorso 3 giugno è stato adottato con prescrizioni, nonostante i pareri negativi di diverse Regioni, il decreto di compatibilità ambientale (Via) per i progetti di prospezione per la ricerca di idrocarburi «d 1 B.P-.SP» e «d 1 F.P-.SP» presentati dalla società Spectrum Geo. Le aree interessate sono immense, collocate nel Mare Adriatico centrale e Meridionale (Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia) ed hanno un'estensione di 14.128 chilometri quadrati e 16.169 chilometri quadrati, pari a tre volte l'Abruzzo.
Le attività di prospezione saranno effettuate con la tecnica dell'air-gun, una tecnica di ispezione dei fondali marini, per capire cosa contiene il sottosuolo. Si tratta di una tecnica molto diffusa tra chi cerca il petrolio nei fondali marini, una tecnica di ispezione dove si procede emettendo spari fortissimi e continui di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. La tecnica è una delle più contestate dagli ambientalisti di tutto il mondo che sostengono che questi spari sarebbero dannosi al pescato, perché possono causare lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell’udito.
( incipit tratto dall'articolo di www.primadanoi.it )
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di Gianvito Armenise

Con la nuova legge approvata il 19 maggio 2015, sarà considerato reato ambientale solo quello commesso “abusivamente”, ossia in assenza di autorizzazione preventiva. Le aziende che inquineranno sulla base di un’attività industriale precedentemente autorizzata dallo Stato la faranno franca.  ILVA & CO. ringraziano il PD ed il Movimento 5 Stelle e SEL…

Il Senato ha detto sì. In data 19 maggio 2015 l’Aula di Palazzo Madama ha definitivamente approvato il disegno di legge presentato a suo tempo da Ermete Realacci (PD) – presidente della commissione Ambiente della Camera – col quale si introducono nell’ordinamento penale una serie di “ecoreati”. 

I grillini esultano, assieme a PD e SEL con i quali hanno votato il testo.Ma è tutto oro quel che luccica? A sentire i protagonisti in Aula, parrebbe che le lobby dell’inquinamento da questo momento in poi avranno vita dura. Ma non tutti sono d’accordo su questo punto perché il disegno di legge licenziato definitivamente dal Senato pare essere una “polpetta avvelenata” preparata dalle medesime lobby dell’industria energetica, molto vicine proprio al “piddino” Realacci.

Ma cosa prevede nelle parti sostanziali questa nuova legge attesa da circa 20 anni?L’art. 452-bis (Inquinamento ambientale) e l’art. 452 – quater (disastro ambientale) paiono, in effetti, favorire esattamente in sede processuale i “dracula” dell’ambiente.

Infatti, entrambi gli articoli di legge prevedono la punibilità per “chiunque abusivamente” cagioni un inquinamento o un disastro ambientale. Al di là della misura della pena prevista (multa e reclusione), l’attenzione dei più attenti osservatori si è soffermata su quell'”abusivamente” e non è mancato chi ha sottolineato che in quell’avverbio risiede “il regalino” concesso a chi provocherà inquinamento o disastro ambientale
Infatti, quelle industrie che sulla base di un’autorizzazione preventivamente ottenuta dagli organi competenti avranno provocato una delle due fattispecie penalmente rilevanti, potranno sempre invocare che nulla sia avvenuto “abusivamente” ma sulla scorta di un pregresso provvedimento amministrativo, legittimante l’attività industriale

Fantasie? Affatto. Se si confronta il testo approvato alla Camera in data 4 marzo 2015 con quello modificato poi in Senato il 5 maggio si colgono differenze che – de facto – lo hanno reso molto più gradito ai potenziali “inquinatori e distruttori ambientali”.
La Camera – ad esempio – aveva licenziato il seguente art. 452 – bis (Inquinamento ambientale), onnicomprensivo di ogni categoria di inquinatori, autorizzati o meno: “(…) chiunque in violazione di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, specificatamente poste a tutela dell’ambiente e la cui inosservanza costituisce di per sé illecito amministrativo o penale, cagiona una compromissione o un deterioramento rilevante (…)”. Il Senato ha pensato bene di ridurre il modo con il quale viene consumato il delitto al solo caso dell'”abusivamente” con tutti gli appigli evidenziati in precedenza.
Ecco la "nota breve" ,da scaricare in PDF , documento ufficiale Senato che illustra come è andata l'illustrazione della legge e le sue modifiche
 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00913799.pdf






T

C’é poco da gioire e gongolare come fanno i “5 stelle” perchè, nel merito, la norma lascia una clamorosa via di fuga proprio a chi – invece – dovrebbe perseguire penalmente.
E se volete vedere chi sono quelli che hanno votato questa legge senza (rendersi conto di ciò che votavano ? ) eccovi l'elenco, pentastellati compresi :
http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/votazioni/452_9.htm


STAVAMO FRESCHI A FARE LE MANIFESTAZIONI CONTRO LE TRIVELLE INSIEME A LORO
" NOI LA TRIVELLA GIA' CE L'ABBIAMO...ED E' NATURALE "



giovedì 4 giugno 2015

Inquinamento mare, balneatore minaccia giornalista




ANTEFATTO

Il 6 aprile, giorno di Pasquetta, a Pescara crolla il muraglione di sostegno di un tratto del raccordo stradale "Asse Attrezzato" al quale è collegata la nuova tubazione che conduce le "acque nere" al depuratore. Il crollo ha provocato la la rottura della tubazione che per giorni ha sversato nel fiume ed in mare enormi quantità di liquami e di defecazioni di un'intera città. Per tamponare l'emergenza si è ricollegata la vecchia tubazione che per dimensioni e capacità non riesce a contenere tutto il flusso di liquami che, in qualche modo, dovrà pur sversare da qualche parte. 



IL FATTO

A seguito di tale sversamento l'ARTA ( l'Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente ) ha subito provveduto ad effettuare una serie di campionamenti delle acque marine. Dalle analisi è risultato un valore di inquinamento di circa il 500% superiore ai limiti stabiliti per legge. In conseguenza di questo si è prestata molta attenzione al livello di inquinamento in vista dell'inizio della stagione balneare. Il maggior quotidiano locale , IL CENTRO, ha riportato più volte la notizia degli esiti delle varie analisi che confermavano costantemente l'inquinamento, seppure con dati in calo ( essendo trascorsi quasi due mesi dallo sversamento di feci e liquami ) . 



Nessuna voce si è levata da parte delle "istituzionali" associazioni ambientaliste che sono sempre attente ( e lo sono state in passato ) sui dati di inquinamento del fiume Pescara e delle acque marine antistanti la spiaggia. Noi scrivemmo direttamente al quotidiano IL CENTRO per far presente questo "assordante" silenzio che continua tutt'oggi.


Una giornalista ha seguito la vicenda sin da subito. Non una giornalista a caso ma la addetta stampa dell'ex sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, che in cinque anni di lavoro di comunicazione per il precedente sindaco riceveva puntualmente i dati dell'Arta sull'inquinamento del mare e riceveva le ordinanze della Capitaneria di Porto che imponevano, per legge, l'apposizione di cartelli di divieto di balneazione lungo i tratti di costa interessati, di fronte gli stabilimenti balneari. Il sindaco, quale prima autorità competente per la tutela della salute pubblica, provvedeva ad emanare ordinanze per l'apposizione di tali divieti. Ma quest'anno non è andata così. Pare ci siano state omissioni di comunicazione da parte di ARTA e Capitaneria fino al 2 giugno scorso, con la stagione alle porte e le calde temperature che hanno indotto i cittadini pescaresi ad andare al mare approfittando anche del ponte lungo.
La giornalista puntualmente ha scritto sul suo blog che l'attuale amministrazione avrebbe dovuto provvedere per tempo a comunicare alla cittadinanza il divieto di balneazione. Articoli diffusi via internet da parte dei lettori che si sono chiesti come mai ci fosse stata omissione da parte della Capitaneria ad emanare ordinanze, oppure la Capitaneria non era in possesso dei risultati delle analisi del'ARTA. In questo caso i lettori si sono chiesti il perchè l'ARTA non avesse comunicato i dati. Addirittura il direttore dell'ARTA ha dichiarato che " la situazione migliorerà gradualmente appena verrà demolita la diga foranea" che consentirà alle acque del fiume che trasportano liquami di sfociare in mare aperto. Da un tecnico non ci saremmo aspettati di ricevere una comunicazione di stampo politico qual è quella della scelta di abbattere la diga foranea inaugurata circa dieci anni fa. Ci saremmo aspettati una risposta da tecnico. Sarebbe come dire che se si ha un'unghia incarnita il podologo suggerisce scarpe aperte piuttosto che intervenire chirurgicamente.
Tutto questo nel silenzio delle associazioni ambientaliste che non vogliono le piattaforme petrolifere al largo della costa perchè "inquinano" e , soprattutto, nel silenzio degli stessi balneatori che si sarebbero dovuti preoccupare di tali livelli di inquinamento. Comprendiamo che i balneatori tengano molto alla propria economia ma qui ci sembra che si riproponga il caso ILVA di Taranto che vede il conflitto tra salute e soldi.
Ed è proprio da uno dei balneatori che sono arrivate le "velate" minacce alla giornalista per aver ripubblicato le notizie del quotidiano IL CENTRO che riportavano l'alto tasso di inquinamento del mare ed aver fatto presente che l'attuale amministrazione ha omesso di apporre i divieti di balneazione per l'incolumità dei bagnanti.


Nel frattempo, il vice sindaco continua a dire che la situazione si ristabilirà a giorni, come se avesse capacità precognitive o competenze tecniche per dirlo. Sicuramente la situazione si ristabilirà, non sappiamo quando, ma intanto l'omissione da parte del sindaco Alessandrini o di chi ne fa le veci ( ci verrebbe da dire ironicamente "le feci" , visto il contesto ) c'è stata. E c'è stata anche la "minaccia" . In Abruzzo non c'è la mafia perchè non si chiama Sicilia ?

Buona stagione balneare

P.S.:
teniamo ad informarvi che la giornalista è stata già vittima di un atto intimidatorio quando le bruciarono l'auto nel recinto di casa. Si potrebbe dedurre che i mandanti di tali minacce siano gli stessi ?
Senz'altro qualcuno starà ridendo sotto i baffi per quello che la giornalista sta subendo per il semplice fatto di riportare i fatti.
http://www.primadanoi.it/news/cronaca/546708/Incendio-distrugge-l-auto-dell-addetto.html