venerdì 27 febbraio 2015

Commercianti contro i locatori:guerra tra poveri


Continua l'annosa manfrina dei commercianti contro il caro affitti e contro i proprietari dei locali ai quali chiedono di abbassare il costo di locazione, come se questo risolvesse tutti i problemi del commercio. Qualcuno dei commercianti intervistati (iscritti alla Confesercenti. n.d.r.) paventa che con la riduzione dei costi d'affitto potranno tornare ad assumere personale e dare lavoro. Una previsione che dimostra quanto siano ancora ignoranti delle cause di questa crisi che ormai perdura dal 2008 e che durerà ancora per molto viste le Leggi finanziarie ed i trattati interbancari di Basilea. 

A questo si aggiunge l'evoluzione di un mercato ormai internauta dove i consumatori, conoscendo il marchio che gli stessi commercianti rivendono, ne acquistano i prodotti direttamente da casa e direttamente dalla casa madre. Ma soprattuto, lo possono acquistare anche da smartphone proprio mentre stanno misurando un capo di abbigliamento all'interno del negozio del "lamentoso" commerciante.

Ormai i saldi invernali sono alla fine e la scusa degli scarsi margini di guadagno non può essere addebitata al costo della locazione. Magari i commercianti pescaresi potrebbero focalizzare altrove le loro lamentele, verso un'amministrazione pubblica che li vede come "evasori", "ladri", "parassiti", come gente che "può pagare" visto che tra imposte nazionali e comunali sono stati abbondantemente spremuti. Inoltre, i due commercianti in questione ( iscritti alla Confesercenti) hanno due consiglieri di maggioranza provenienti dallo stesso sindacato di categoria ai quali potrebbero rivolgere direttamente le loro lamentele per le batoste tributarie che la maggioranza politica comunale ha approvato.

Batoste che anche i proprietari dei locali hanno ricevuto con le aliquote massime di IMU e TASI e che, ovviamente, ricadono sul prezzo di locazione.

Quando per anni abbiamo cercato di coinvolgerli ( in primis i due commercianti in foto ) nei nostri progetti pensavano di essere immuni o forse di essere i migliori commercianti del mondo. Avevamo già avvisato di cosa sarebbe successo ma la loro miopia (?) , egoismo (?), appartenenza politica e sindacale (?) non permise di creare uno spirito di unione. Oggi danno la colpa ai proprietari di immobili che chiedono un affitto troppo esoso, a parere dei commercianti. Eppure quando stipularono quei contratti non si lamentarono del canone di locazione altrimenti, come accordo tra le parti ( perchè questo è un "contratto" anche di locazione ), avrebbero potuto non accettare quei prezzi. Ma tant'è. Sei anni fa, quando li stipularono, avevano ancora i cassetti pieni di soldi e non si rendevano conto di cosa sarebbe successo, mentre noi in quel periodo portavamo avanti progetti di tutela, suonavamo la "sveglia". 

Se la scusa per le difficoltà economiche sono gli affitti, il suggerimento è di trovare altri locali che costino meno. Nessuno li obbliga a restare per continuare a pagare affitti esosi. Molti lo hanno già fatto in questi anni, peccato che non ci sia stato un incremento di assunzioni, come paventa uno dei due intervistati.
Magari spostandosi risparmieranno qualche centinaio di euro con i quali andare a pagare gli arretrati ma il problema non lo risolveranno perchè non ne conoscono le origini.

" a lavare la testa all'asino ci si rimette il sapone " ( antico detto abruzzese )
E.Z.

martedì 24 febbraio 2015

PESCARA: LA CRISI NON SI FERMA.

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Dopo la chiusura di Santomo, da qualche settimana altre due attività hanno chiuso i battenti.
Ha abbassato definitivamente le serrande il negozio di intimo Goldenpoint situato a Corso Vittorio Emanuele. Il marchio comunque non sparirà definitivamente da Pescara in quanto il gruppo Calzedonia, proprietario del marchio, manterrà aperto l’altro punto vendita situato a Corso Umberto.
Chiude anche il negozio di abbigliamento Promod, situato sempre su Corso Umberto. I prodotti Promod, come fanno sapere i proprietari del marchio, saranno disponibili solo online.


E' sulla strada della chiusura anche Tom, negozio situato in via Nicola Fabrizi angolo via Trieste. A confermare l’ennesimo colpo al commercio pescarese è la titolare Ida D’Eramo. «Non ci sono più le condizioni per continuare», taglia corto la responsabile del punto vendita inaugurato nel 2006, «le spese sono troppo alte: 5.000 euro al mese di affitto, tre stipendi da pagare più le tasse municipali. A tutto questo si aggiunge un centro cittadino che sta morendo a causa di scelte politiche che favoriscono i centri commerciali e la crisi che non accenna a placarsi». Tutte le attività hanno chiuso, o stanno liquidando la merce, a causa della crisi che non accenna a voler passare.

NOI VE LO AVEVAMO DETTO 8 ANNI FA

MA NON CI VOLEVATE CREDERE A COSA 

SAREBBE SUCCESSO. ORA DOVETE 

SOLO CHIUDERE..ALMENO LIMITATE I 

DANNI