giovedì 5 novembre 2015

Le città militarizzate sono previste nel programma NATO-UO2020



Tutto procede secondo i piani della NATO per la URBAN OPERATIONS 2020 di cui riportiamo integralmente un intervento del dott. Antonio Camuso all'OSSERVATORIO SUI BALCANI di BRINDISI del 2009.

Ecco cosa riporta il “Rapporto Urban Operations in the Year 2020 redatto dalla RTO (Studies Analysis and Simulation Panel Group, SAS-030).
La RTO
, l’Organizzazione per la Ricerca e la Tecnologia della NATO è il centro di convergenza delle attività di ricerche/tecnologiche (R&T) per la difesa in seno della NATO.
L’Operazione Terrestre o Operazione Urbana (UO-2020) all’orizzonte dell’anno 2020 è uno studio che esamina la natura probabile dei campi di battaglia, i tipi di forze terrestri le loro caratteristiche e capacità.
Lo studio ipotizza l’andamento della popolazione mondiale entro l’anno 2020. Entro questa data il 70% della popolazione mondiale vivrà all’interno di zone urbane.
Il numero delle persone nel mondo supererà i 7,5 miliardi e ciò sarà causa di una spaventosa crescita demografica nelle città e/o metropoli incrementando l’urbanizzazione, provocando povertà, scontri e tensioni sociali.
La necessità di una presenza (militare) massiccia e dominante, tanto morale quanto psicologica, spesso su periodi di tempo prolungati, resterà una caratteristica unica e persistente delle Operazioni Urbane. Questa necessità entrerà nel conflitto attraverso la domanda pressante da parte del mondo politico e del grande pubblico per azioni rapide, decisive e chirurgiche…
Ricapitolando:
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le guerre future saranno all’interno delle città;
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avremo eserciti lungo le strade (NATO o forze militari preposte);
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dal punto di vista psicologico sarà normalissimo avere militari armati in città;
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politici e cittadini richiederanno l’intervento dell’esercito;
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le forze militari utilizzeranno ogni sorta di arma (letale e “non-letale” ad alta energia);
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sommosse, scontri sociali, manifestazioni potranno essere sedate dall’esercito…
-         stiamo andando verso la costituzione di uno “Stato militarizzato”.

Esercito a pattugliare le strade delle grandi città.
Ma solo per pochi mesi?

Questa affermazione non è l'ennesimo tentativo maldestro di voler accollare a carico dell'Alleanza militare occidentale oscuri disegni di militarizzazione della nostra società, bensì il frutto di nostre ricerche su alcuni progetti, condotti sotto la guida del Pentagono e riguardanti l'uso degli eserciti nelle megalopoli del futuro.
Si tratta del lavoro di esperti NATO UO 2020 nel gruppo di studio SAS 30 Urban Operation in the year 2020 , al quale partecipano dal 1998 esperti di sette Nazioni della NATO ( Italia, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Stati Uniti d'America ) e che ha gettato le basi per l'evoluzione dell'impiego dello strumento militare nello scenario più probabile del prossimo futuro.


Lo studio NATO U.O. (Urban Operations) 2020 Questo studio, ultimato negli ultimi mesi del 2002 e reso pubblico nei primi mesi del 2003, prima della guerra in Iraq, rende esplicito come in maniera omogenea il nocciolo duro del militarismo mondiale ritiene più che probabile le città del futuro come campo della Battaglia Finale, quella per la sopravvivenza del sistema capitalista e che il ruolo dello strumento militare avrà un carattere dominante anche in quelle che sembrerebbero essere normali operazioni di polizia urbana.
E' l'ambiente urbanizzato che si qualifica come il contesto nel quale l'Umanità del ventunesimo secolo condurrà una difficile vita: le sterminate megalopoli abitate da decine, se non centinaia, di milioni di esseri umani concentreranno nel loro interno tutte le contraddizioni della società capitalista allo stadio supremo.
Differenze di classe e azzeramento dei servizi sociali ,capaci di attutire il senso diffuso di ingiustizia, degradamento delle complesse regole di interazione tra diversi strati della popolazione, scarsità di cibo e di lavoro genereranno forti conflitti tra diversi strati sociali,coinvolgendo il sistema statale locale e/o organismi e attività multinazionali
In questo contesto che le normali forze di polizia non saranno in grado di condurre operazioni tra folle "ostili" o semplicemente "complici" dei nemici da colpire e neutralizzare senza il rischio di forti perdite o addirittura ritirate catastrofiche da banlieus in fiamme. Rischi di effetto domino su scala mondiale con scene di folle tumultuanti, affamate e disperate che assaltano centri commerciali, quartieri dell'alta borghesia e centri di potere provocherebbe il panico nell'intero sistema capitalistico. L'invio dell'esercito condotto con armi tradizionali e all'ultimo momento potrebbe essere addirittura controproducente scatenando ancor più le folle e i partiti di opposizione.
Per questo motivo nello studio UO2020 si consiglia così di iniziare gradatamente in base alle necessità ad utilizzare l'esercito in funzione di ordine pubblico man mano che la crisi mondiale quella che è ipotizzata per il 2020, si avvicina.


Piccoli interventi crescono. Nel frattempo ogni paese aderente a questo gruppo compresa l'Italia deve finalizzare reparti appositi che si specializzino per condurre le operazioni di contenimento delle folle e di controllo del territorio compresi i rastrellamenti a caccia di sovversivi ed agitatori nei quartieri.

Il ruolo italiano nella costituzione dell'esercito internazionale antisommossa 
L'Italia in questo campo ha proposto la possibilità di sviluppare nuove specializzazioni e di preparare personale addestrato a muoversi e combattere negli ambienti urbani ove occorre isolare quartieri, edifici, abitazioni, ma anche padroneggiare gli impianti di comunicazioni e distribuzione dell'energia e dell'acqua.
In effetti l'Italia è considerata da USA e Gran Bretagna come uno di migliori fornitori di personale addestrato ad operazioni antisommossa a partire dai reparti dei Carabinieri che sono inquadrati, principalmente nell'area balcanica nelle MSU.
Da quando l'Italia si è impegnata a fornire personale nelle guerre umanitarie, aree militari sono state attrezzate per ricostruire ambienti urbani e rurali dove si addestrano carabinieri, parà, assaltatori e bersaglieri che vanno ad operare all'estero, mentre gli stessi reparti di polizia militare sono addestrati realmente, nell'ambiente metropolitano, con l'impiego di ordine pubblico quotidiano sul territorio nazionale e sono gli stessi che presto grazie al nuovo decreto sulla sicurezza del governo berlusconi vedremo operare nelle grandi città e a guardia di siti di rilevanza nazionale: discariche centrali nucleari in costruzione, termovalorizzatori ecc.
Addestramenti sul territorio nazionale sono stati condotti da tempo come per esempio quello del 28 febbraio 2003 che si concludeva presso il Centro di Addestramento alle CRO (Crises Response Operation/Operazioni di risposta alle crisi) di Cesano con la certificazione del 2° Corso per Istruttori della Forza Armata di "Controllo della folla" .
Corso svolto alle porte della capitale dal 17 al 28 febbraio condotto da istruttori della 2a Brigata mobile dei Carabinieri a cui hanno preso parte 7 Ufficiali, 19 Sottufficiali e 3 Vfb. E in cui a far da comparse nel ruolo dei sovversivi tumultuanti c'erano 50 Volontari in Ferma annuale del 7° Reggimento Bersaglieri.
La ricerca ossessiva di sistemi di controllo della popolazione ha nello studio NATO UO2020 alcune parziali risposte di natura tecnologica.


Il Reparto Logistico - Progetto tecnologie avanzate. Nello Stato Maggiore dell'Esercito Italiano è il Reparto Logistico- Progetto tecnologie avanzate che sta curando l'applicazione di quanto appreso nel Gruppo di lavoro NATO Urban operations 2020.
Lo Scenario URBAN WARFARE coniugato alla lotta al terrorismo globale, ovvero a tutto ciò che potrebbe essere pericoloso all'Impero Globale è affrontato su tutti i suoi aspetti, fuorchè le motivazioni che potrebbero essere le radici di forme di contestazione "estreme" , quale anche quella del passaggio dalla opposizione politica a quella armata.


I ROBOCOP imperiali. Il futuro soldato che l'Esercito Italiano impiegherà per le operazioni urbane sarà dotato oltre che da armi convenzionali ultratecnologiche, come già spiegato nel paragrafo "il sistema soldato", anche di sistemi d'arma bivalenti letali /non letali. E' un esigenza che nasce dalle numerose operazioni di "guerra umanitaria" nelle quali il nostro esercito da oltre un decennio è pienamente coinvolto con le operazioni all'estero, ma anche dall'esperienza di operazioni di polizia ed ordine pubblico interno nelle quali esso si è trovato a collaborare con altre forze di polizia ( es. Vespri siciliani) o operare autonomamente (operazioni antimmigrazioni controllo coste del Salento)od infine in occasione di summit internazionali (es. Genova 2001 o Pratica di Mare 2003).

Il programma armi non letali. Nel programma "non lethal weapons" redatto dallo Stato Maggiore Esercito sono previste le forniture ai reparti di una nuova famiglia di bombolette spray al peperoncino di diverse dimensioni e portata, tali da essere utilizzate efficacemente contro gruppi composti da numerose persone o contro singoli. Queste bombolette diventeranno così una dotazione base montata sui mezzi dell'esercito, blindati, carri armati, jeep ma anche come "arma da fianco" per ogni singolo soldato impiegato in "operazioni umanitarie".
Con queste specifiche l'esercito italiano sta finanziando piani di ricerca e sviluppo in collaborazione con le industrie interessate sia italiane che estere.
Per le operazioni antisommossa e di controllo urbano lo stato maggiore dell'esercito italiano sta definendo un programma di sviluppo di armi letali/non letali, in particolare fucili automatici dotati di puntamento ottico, che farebbero uso di "proiettili ad alta deformabilità e ad energia cinetica costante.”
A causa di problemi di bilancio solo poche risorse finanziarie sono state potute esser destinate a questi avveniristici progetti, ma ora che con il plauso del parlamento e dell'opinione pubblica spaventata da clandestini e microcriminalità, vedremo i blindati dell'esercito aggirarsi per i nostri quartieri, le richieste di migliori e più consone dotazioni si faranno pressanti.
Grandi affari quindi per le industrie che con molta discrezione da 10 anni (con l'assenso di governi di centro sinistra e centrodestra succedutisi alternativamente) a questa parte stanno tessendo una lunga rete trasversale di simpatie e di interessi e che non vedono l'ora di mostrare l'efficacia dei nuovi prodotti sui corpi di clandestini, accattoni, prostitute, drogati e scippatori, prima o poi su sovversivi contestatori di una società che produrrà miliardi di diseredati e un pugno di nababbi, infine sull'umanità sofferente del terzo millennio.

(Antonio Camuso OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI )
Stralcio e integrazione di uno studio sulla militarizzazione nelle megalopoli del futuro, ad opera dello stesso autore

lunedì 31 agosto 2015

Mare inquinato: è certo che qualcuno pagherà i danni


Nei giorni scorsi abbiamo raccolto le istanze dei bagnanti che si lamentavano per non aver goduto del mare a causa dell'inquinamento e anche per "timore" dopo i recenti danni alla cute e patologie gastroenteriche e febbrili di molti bambini. Pare siano già 40 le famiglie di questi bimbi che procederanno per vie legali a chiedere risarcimento danni. Dal canto nostro volevamo informare i cittadini della possibilità di essere risarciti del danno subìto ed avevamo organizzato un incontro pubblico che per motivi di ordine pubblico ci siamo visti costretti a rinviare a data e luogo da stabilire perchè il luogo che avevamo scelto era sul marciapiede nel tratto del lungomare antistante al punto critico di balneabilità , dove le acque a detta del Sindaco di Pescara e dell'ARTA sono notoriamente "scarse"per la balneabilità. Avremmo illustrato le sentenze della Cassazione che sanciscono il risarcimento ai turisti bagnanti da parte degli operatori turistici e la sentenza del Giudice di Pace di Sorrento che stabilisce risarcimento anche ai residenti, ai non turisti. 

Soprattutto quest'ultima sentenza potrà interessare i pescaresi che hanno frequentato i tratti di mare inquinato ma soprattutto potrà interessare la giunta pescarese del Sindaco Alessandrini perchè il caso della costiera sorrentina è analogo a quello di Pescara.

Infatti il Giudice di Pace di Sorrento stabilisce che utenti e bagnanti possono aver diritto al risarcimento dei danni nel caso di mare sporco. A Sorrento, sulle questioni del mare inquinato, dei depuratori non funzionanti, dei bagnanti in fuga dalle spiagge, e del possibile disastro ambientale, si era teso a sdrammatizzare, quasi a voler mettere in secondo piano le chiazze nerastre che viaggiavano in mare. Tutto ciò anche a causa dei dati rassicuranti forniti dall'Arpac, l'Agenzia Regionale per l'Ambiente, che subito dopo l'ondata di allarmismo, ha effettuato dei prelievi, giudicando il mare "balneabile" e l'inquinamento "transitorio". ll giudice ha ritenuto di riconoscere al cittadino un danno economico, in quanto sarebbe stato leso il proprio diritto alla salute. La sentenza è giunta a chiare lettere dopo che diverse associazioni presenti sul territorio tra penisola sorrentina e Castellammare di Stabia, hanno presentato una considerevole mole di documentazione sia per ciò che riguarda le analisi delle acque, sia per i depuratori non funzionanti.


I cittadini e gli operatori turistici, albergatori e balneatori, possono rivalersi contro chi ha omesso le ordinanze di divieto di balneazione e contro i responsabili della gestione dei depuratori e della sanità.
E' proprio il caso analogo a quello che è successo a Pescara. In sintesi, qualcuno pagherà nonostante il sindaco di Pescara, Alessandrini, e la sua maggioranza, stiano cercando di sminuire l'accaduto difendendosi con un'arrampicata di specchi sul fatto che le ordinanze non sono state rese pubbliche perchè vi era la "premonizione" che le acque sarebbero tornate balneabili.

Va ricordato ai lettori che la tubatura fognaria si è rotta ben 11 volte senza che la cittadinanza sapesse nulla. In Commissione Vigilanza del Comune di Pescara, dove sono intervenuti esponenti tecnici di ARTA ed ACA , è emerso che non si ha contezza di quanto acido peracetico sia stato utilizzato durante le 11 rotture fognarie. Durante la stessa commissione ci furono veementi difese delle omissioni del sindaco da parte di un consigliere di maggioranza che è rappresentante del sindacato balneatori.

Per i balneatori si pone una scelta gravosa perchè da un lato essi pretendono il risarcimento dei danni economici , mentre dall'altro il loro rappresentante eletto difende a spada tratta la scelta di omettere un atto pubblico per l'incolumità della salute dei cittadini ,come è l'ordinanza sul divieto di balneazione, per un mero rapporto economico di costi/benefici per i balneatori.
Gli stessi balneatori che hanno fatto pressioni sulla Questura di Pescara affinchè non svolgessimo l'incontro pubblico per informare i cittadini sul diritto al risarcimento danni.
Non ci si può appellare alla scusa che per non apparire un'amministrazione schizofrenica l'ordinanza non è stata fatta perchè il giorno dopo sarebbe stata tolta. Il sindaco di Martinsicuro in provincia di Teramo non ci pare uno schizofrenico ma uno che segue la legge ed ha ordinato il divieto di balneazione per un solo giorno in quanto i dati precedentemente inquinati erano tornati nella norma a distanza di poche ore.
Anche a Rimini, dove introitano miliardi con la stagione balneare, il sindaco non si è fatto remore nè alcun conto tra costi e benefici ma ha ordinato cautelativamente il divieto di balneazione prima ancora di avere il risultato delle analisi.
A Pescara no. A Pescara abbiamo un sindaco veggente
In tutta questa vicenda solo una cosa è certa: qualcuno pagherà i danni e non saranno certamente i bagnanti ignari.

Intanto che organizziamo l'incontro pubblico vi invitiamo a partecipare alla seduta del consiglio comunale straordinario di Pescara che si terrà giovedì 3 settembre alle ore 16,30.
La cittadinanza si potrà rendere conto delle gravi omissioni del sindaco e di chi lo sostiene.

E.Z.

venerdì 14 agosto 2015

Dopo l'inquinamento del mare tocca alla sabbia



Tanto tuonò che piovve. Sono scattati i sequestri dei documenti dell'Arta, dell'ACA e del Comune di Pescara in merito alla torbida vicenda dello sversamento in mare di liquami fognari per la ripetuta rottura della conduttura fognante. Scrivemmo già il 4 giugno in questo post  http://terranostraitalia.blogspot.it/2015/06/inquinamento-mare-balneatore-minaccia.html .

Dopo l'ultima grave rottura del 28 luglio 2015 si sono accesi i riflettori dell'opinione pubblica e della magistratura sulle omissioni del sindaco Alessandrini che non ha mai avvisato la cittadinanza delle 11 rotture, nè tanto meno di quella del 28 luglio scorso che per 17 ore ha sversato in mare i liquami fognari. Oltre 45 milioni di litri di acque putride sono stati sversati in mare ai quali si aggiungono 450 litri di acido peracetico usato direttamente nelle fogne anzichè nella vasca di decantazione del depuratore. Silenzio assoluto della giunta comunale che si è limitata a dire che il danno era stato riparato. Silenzio assoluto su eventuali rischi di quello sversamento. Nessuna comunicazione nè atto ufficiale di divieto di balneazione per l'alto tasso di inquinamento che si è avuto. L'assessore all'ambiente dice che era sabato quando hanno ricevuto i risultati delle analisi. Cosa c'entra ? Di sabato non si emettono ordinanze ? I telefoni e le mail non funzionano per avvisare gli organi preposti, la stampa e gli stabilimenti ? Una brutta storia che si spera verrà chiarita con le responsabilità e l'omissione del sindaco. Molti bimbi hanno riportato lesioni cutanee e sintomi di vomito e gastroenterite proprio a ridosso di quel fine settimana e per i giorni successivi. Ora tocca alla magistratura ufficializzare tali responsabilità. 

Nel frattempo noi puntiamo l'attenzione anche sulle sabbie prelevate a ridosso della foce del fiume e che sono state utilizzate per il ripascimento del litorale pescarese. sabbie che depositano tutto il materiale fuoriuscito per ben 11 volte dal 6 aprile 2015 , quando si ruppe per la prima volta la conduttura fognaria. Quelle sabbie sono state prelevate a giugno durante le operazioni di dragaggio sotto il molo nord, dove ci sono i trabocchi, e sono state distribuite sul litorale per il ripascimento delle spiagge di alcuni stabilimenti balneari. Le sabbie non sono state analizzate, almeno non risulta pubblicamente. Sono state gettate tal quale sulla spiaggia e potrebbero contenere sostane tossiche e residui contaminanti. 

Ricordiamo che durante la precedente amministrazione di centrodestra, il ripascimento fu bloccato dagli ambientalisti e le sabbie furono accantonate nella vasca di decantazione che è sul molo del porto per essere esaminate. C'era il rischio che le sabbie potessero contenere DDT. Quelle sabbie sono lì ammassate dal 2010 mentre quelle prelevate a giugno sono state distribuite sulle spiagge. Le domande che poniamo sono:

1) sono state fatte le analisi alle sabbie ?
2) dove sono i risultati ?
3 ) su quali tratti del litorale pescarese sono state scaricate ?

Domande legittime che avrebbero dovuto fare le associazioni ambientaliste. Associazioni che avrebbero dovuto bloccare da subito il ripascimento e chiedere le analisi. Forse queste associazioni sono talmente politicizzate che non hanno osato interfenire con una giunta che annovera un partito chiamato Sinistra Ecologia Libertà, silente anch'esso..alla faccia dell'ECOLOGIA

Attendiamo risposta alle nostre 3 domande e buon bagno

martedì 7 luglio 2015

Il governatore D'Alfonso tra i presunti ricattatori di Chiodi






Tutti gli abruzzesi ricorderanno quando il presidente emerito della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, denunciava pubblicamente le pressioni che stava ricevendo dai "poteri forti" in merito alla manovra di riequilibrio dei conti tra Regione e imprenditori della Sanità Privata. 





Tutti gli abruzzesi ricorderanno che l'altro presidente emerito della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, finì sotto processo per aver toccato anch'egli i conti della Sanità Privata parlando di "attacco dei poteri forti" della Sanità Privata. 

Tutti ricorderanno la vicenda di Piero Marrazzo, presidente emerito della Regione Lazio, arrestato per scandali sessuali e di presunto giro di droga. ( Uccisero anche uno dei testimoni fondamentali del processo )

Tornando a Gianni Chiodi, nei giorni scorsi è uscito l'articolo in cui si fanno i nomi di chi avrebbe ricattato l'ex governatore D'Abruzzo e tra questi spiccano il nome dell'attuale presidente regionale, Luciano D'Alfonso, insieme all'ex onorevole Daniele Toto, nipote dell'imprenditore Toto amico di famiglia di D'Alfonso e suo pigmalione, e insieme al nome dell'imprenditore della sanità privata, Pierangeli, presidente dell'Aiop e notoriamente amico di D'Alfonso. 

Vengono così alla luce alcuni nomi che l'ex senatore dell'IDV ed ex consigliere regionale, Alfonso Mascitelli, chiese a Chiodi di fare pubblicamente.
 http://www.primadanoi.it/news/abruzzo/549559/Abruzzo-e-poteri-occulti--Mascitelli.html

Oggi l'ex senatore dell'IDV fa il Commissario all'Agenzia Sanitaria Regionale d'Abruzzo ed è stato nominato proprio dalla Giunta presieduta da D'Alfonso, il cui nome affiora tra i presunti "ricattatori" di Chiodi. 

Ora si chiede all'ex senatore Mascitelli, uomo sempre pronto a sbandierare trasparenza legalità e giustizia,  di chiedere pubblicamente al suo attuale governatore di chiarire le accuse di Gianni Chiodi. Accuse che formalmente non sono mai state sottoscritte dinanzi agli inquirenti ( come si legge nell'articolo ) ed è per questo motivo che si chiede all'ex presidente Gianni Chiodi di chiarire ufficialmente queste "voci" e chi gliele abbia dette per poter ricollegare il bandolo della matassa e trovare fondamento a quello che hanno scritto i giornali, per verità e giustizia nei confronti degli abruzzesi.

I nomi sono usciti fuori e sono di dominio pubblico e non è gradevole da parte degli interessati vedere adombrare i propri nomi, non è bello inculcare il tarlo del dubbio nei confronti dei cittadini. E poi, noi non riusciamo a vedere D'Alfonso come "ricattatore" e ,forse, non l'ha mai visto nessuno ricattare.

Intanto, dalla nuova giunta regionale arrivano 7,8 milioni di euro alle cliniche private mentre chiudono i punti nascita dei presidi ospedalieri abruzzesi per la "spending review" 


e Chiodi va sotto processo per aver tagliato i fondi alle cliniche private che lo hanno accusato di violenza ed abuso di ufficio per i suddetti tagli ai tetti di spesa.



P.S.:
a titolo di curiosità, per gli abruzzesi e per tutti i nostri contatti sparsi per l'Italia, ecco cosa scrive la rivista di geopolitica LIMES in merito alla situazione della Sanità Abruzzese prima che si insediasse la Giunta Chiodi.

"Un eccesso di cliniche private convenzionate che non di rado fanno le stesse cose degli ospedali pubblici, ma a prezzo assai più caro"








mercoledì 10 giugno 2015

Residenti, dite ai bottegai che incasseranno 864.000 euro in meno


Non bastava la mazzata fiscale con le aliquote massime delle addizionali comunali, Non bastava l'esclusione dalle esenzioni fiscali di chi ha un reddito annuo lordo di 16.000 euro. Ora la mannaia cala ulteriormente sui 4.800 residenti del centro di Pescara che usufruiscono di permesso di parcheggio gratuito sotto la propria abitazione. Dovranno pagare 15 euro al mese per poter parcheggiare sotto la propria abitazione che, tradotto in costo annuo, sono 180 euro l'anno ( per chi ha solo una macchina ). 180 euro moltiplicati per 4.800 titolari residenti fanno 864.000 euro l'anno.
Che fine faranno questi soldi ? Il sindaco di Pescara dice che servono per coprire i buchi finanziari ( di questi pseudo buchi ne abbiamo già scritto ) ma una cosa è certa: NON ANDRANNO NELLE CASSE DEI BOTTEGAI . L'economia della città perderà altri 840.000 euro, volatilizzati per una politica vessatoria per far fare cassa al Comune e non agli operatori economici, già allo stremo e che non riescono a pagare imposte, tributi e affitti ( in arretrato ). Questo dovrebbe far mobilitare i bottegai contro le loro associazioni di categoria, quali Confcommercio e Confesercenti. 

La prima perchè aveva come obiettivo quello di voler gestire i parcheggi a Pescara con la costituzione di una propria cooperativa,
http://confcommerciopescara.it/index.php/news/interventi/25-news/interventi/331-la-confcommercio-alla-giunta-alessandrini-rimbocchiamoci-le-maniche

La seconda perchè ha eletto due suoi dipendenti in Consiglio Comunale tra le fila del PD che governa la città, quindi sono corresponsabili di queste scelte politiche della Giunta Comunale

Ora ci aspettiamo che gli iscritti a queste due associazioni inizino a mobilitarsi sia contro le stesse e sia contro l'amministrazione comunale del sindaco Alessandrini, se hanno una dignità e se pensano alla propria situazione economica familiare piuttosto che a quella delle associazioni dicategoria ( che stanno perdendo sempre più iscritti a causa delle chiusure di attività )

Confidiamo anche nei cittadini del centro, che fanno la spesa abitualmente nei negozi sotto casa, sperando che dicano ai loro bottegai di fiducia : " SCUSA CARO MA QUEST'ANNO SPENDERO' 180 EURO IN MENO DA TE PER PAGARE IL PARCHEGGIO "

180 euro x 4.800 residenti = 864.000 euro E' LA SOMMA CHE FA IL TOTALE. 





lunedì 8 giugno 2015

Il M5S fa un favore ai petrolieri sui disastri ambientali (con il PD)


Lo scorso 3 giugno è stato adottato con prescrizioni, nonostante i pareri negativi di diverse Regioni, il decreto di compatibilità ambientale (Via) per i progetti di prospezione per la ricerca di idrocarburi «d 1 B.P-.SP» e «d 1 F.P-.SP» presentati dalla società Spectrum Geo. Le aree interessate sono immense, collocate nel Mare Adriatico centrale e Meridionale (Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia) ed hanno un'estensione di 14.128 chilometri quadrati e 16.169 chilometri quadrati, pari a tre volte l'Abruzzo.
Le attività di prospezione saranno effettuate con la tecnica dell'air-gun, una tecnica di ispezione dei fondali marini, per capire cosa contiene il sottosuolo. Si tratta di una tecnica molto diffusa tra chi cerca il petrolio nei fondali marini, una tecnica di ispezione dove si procede emettendo spari fortissimi e continui di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. La tecnica è una delle più contestate dagli ambientalisti di tutto il mondo che sostengono che questi spari sarebbero dannosi al pescato, perché possono causare lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell’udito.
( incipit tratto dall'articolo di www.primadanoi.it )
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di Gianvito Armenise

Con la nuova legge approvata il 19 maggio 2015, sarà considerato reato ambientale solo quello commesso “abusivamente”, ossia in assenza di autorizzazione preventiva. Le aziende che inquineranno sulla base di un’attività industriale precedentemente autorizzata dallo Stato la faranno franca.  ILVA & CO. ringraziano il PD ed il Movimento 5 Stelle e SEL…

Il Senato ha detto sì. In data 19 maggio 2015 l’Aula di Palazzo Madama ha definitivamente approvato il disegno di legge presentato a suo tempo da Ermete Realacci (PD) – presidente della commissione Ambiente della Camera – col quale si introducono nell’ordinamento penale una serie di “ecoreati”. 

I grillini esultano, assieme a PD e SEL con i quali hanno votato il testo.Ma è tutto oro quel che luccica? A sentire i protagonisti in Aula, parrebbe che le lobby dell’inquinamento da questo momento in poi avranno vita dura. Ma non tutti sono d’accordo su questo punto perché il disegno di legge licenziato definitivamente dal Senato pare essere una “polpetta avvelenata” preparata dalle medesime lobby dell’industria energetica, molto vicine proprio al “piddino” Realacci.

Ma cosa prevede nelle parti sostanziali questa nuova legge attesa da circa 20 anni?L’art. 452-bis (Inquinamento ambientale) e l’art. 452 – quater (disastro ambientale) paiono, in effetti, favorire esattamente in sede processuale i “dracula” dell’ambiente.

Infatti, entrambi gli articoli di legge prevedono la punibilità per “chiunque abusivamente” cagioni un inquinamento o un disastro ambientale. Al di là della misura della pena prevista (multa e reclusione), l’attenzione dei più attenti osservatori si è soffermata su quell'”abusivamente” e non è mancato chi ha sottolineato che in quell’avverbio risiede “il regalino” concesso a chi provocherà inquinamento o disastro ambientale
Infatti, quelle industrie che sulla base di un’autorizzazione preventivamente ottenuta dagli organi competenti avranno provocato una delle due fattispecie penalmente rilevanti, potranno sempre invocare che nulla sia avvenuto “abusivamente” ma sulla scorta di un pregresso provvedimento amministrativo, legittimante l’attività industriale

Fantasie? Affatto. Se si confronta il testo approvato alla Camera in data 4 marzo 2015 con quello modificato poi in Senato il 5 maggio si colgono differenze che – de facto – lo hanno reso molto più gradito ai potenziali “inquinatori e distruttori ambientali”.
La Camera – ad esempio – aveva licenziato il seguente art. 452 – bis (Inquinamento ambientale), onnicomprensivo di ogni categoria di inquinatori, autorizzati o meno: “(…) chiunque in violazione di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, specificatamente poste a tutela dell’ambiente e la cui inosservanza costituisce di per sé illecito amministrativo o penale, cagiona una compromissione o un deterioramento rilevante (…)”. Il Senato ha pensato bene di ridurre il modo con il quale viene consumato il delitto al solo caso dell'”abusivamente” con tutti gli appigli evidenziati in precedenza.
Ecco la "nota breve" ,da scaricare in PDF , documento ufficiale Senato che illustra come è andata l'illustrazione della legge e le sue modifiche
 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00913799.pdf






T

C’é poco da gioire e gongolare come fanno i “5 stelle” perchè, nel merito, la norma lascia una clamorosa via di fuga proprio a chi – invece – dovrebbe perseguire penalmente.
E se volete vedere chi sono quelli che hanno votato questa legge senza (rendersi conto di ciò che votavano ? ) eccovi l'elenco, pentastellati compresi :
http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/votazioni/452_9.htm


STAVAMO FRESCHI A FARE LE MANIFESTAZIONI CONTRO LE TRIVELLE INSIEME A LORO
" NOI LA TRIVELLA GIA' CE L'ABBIAMO...ED E' NATURALE "



giovedì 4 giugno 2015

Inquinamento mare, balneatore minaccia giornalista




ANTEFATTO

Il 6 aprile, giorno di Pasquetta, a Pescara crolla il muraglione di sostegno di un tratto del raccordo stradale "Asse Attrezzato" al quale è collegata la nuova tubazione che conduce le "acque nere" al depuratore. Il crollo ha provocato la la rottura della tubazione che per giorni ha sversato nel fiume ed in mare enormi quantità di liquami e di defecazioni di un'intera città. Per tamponare l'emergenza si è ricollegata la vecchia tubazione che per dimensioni e capacità non riesce a contenere tutto il flusso di liquami che, in qualche modo, dovrà pur sversare da qualche parte. 



IL FATTO

A seguito di tale sversamento l'ARTA ( l'Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente ) ha subito provveduto ad effettuare una serie di campionamenti delle acque marine. Dalle analisi è risultato un valore di inquinamento di circa il 500% superiore ai limiti stabiliti per legge. In conseguenza di questo si è prestata molta attenzione al livello di inquinamento in vista dell'inizio della stagione balneare. Il maggior quotidiano locale , IL CENTRO, ha riportato più volte la notizia degli esiti delle varie analisi che confermavano costantemente l'inquinamento, seppure con dati in calo ( essendo trascorsi quasi due mesi dallo sversamento di feci e liquami ) . 



Nessuna voce si è levata da parte delle "istituzionali" associazioni ambientaliste che sono sempre attente ( e lo sono state in passato ) sui dati di inquinamento del fiume Pescara e delle acque marine antistanti la spiaggia. Noi scrivemmo direttamente al quotidiano IL CENTRO per far presente questo "assordante" silenzio che continua tutt'oggi.


Una giornalista ha seguito la vicenda sin da subito. Non una giornalista a caso ma la addetta stampa dell'ex sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, che in cinque anni di lavoro di comunicazione per il precedente sindaco riceveva puntualmente i dati dell'Arta sull'inquinamento del mare e riceveva le ordinanze della Capitaneria di Porto che imponevano, per legge, l'apposizione di cartelli di divieto di balneazione lungo i tratti di costa interessati, di fronte gli stabilimenti balneari. Il sindaco, quale prima autorità competente per la tutela della salute pubblica, provvedeva ad emanare ordinanze per l'apposizione di tali divieti. Ma quest'anno non è andata così. Pare ci siano state omissioni di comunicazione da parte di ARTA e Capitaneria fino al 2 giugno scorso, con la stagione alle porte e le calde temperature che hanno indotto i cittadini pescaresi ad andare al mare approfittando anche del ponte lungo.
La giornalista puntualmente ha scritto sul suo blog che l'attuale amministrazione avrebbe dovuto provvedere per tempo a comunicare alla cittadinanza il divieto di balneazione. Articoli diffusi via internet da parte dei lettori che si sono chiesti come mai ci fosse stata omissione da parte della Capitaneria ad emanare ordinanze, oppure la Capitaneria non era in possesso dei risultati delle analisi del'ARTA. In questo caso i lettori si sono chiesti il perchè l'ARTA non avesse comunicato i dati. Addirittura il direttore dell'ARTA ha dichiarato che " la situazione migliorerà gradualmente appena verrà demolita la diga foranea" che consentirà alle acque del fiume che trasportano liquami di sfociare in mare aperto. Da un tecnico non ci saremmo aspettati di ricevere una comunicazione di stampo politico qual è quella della scelta di abbattere la diga foranea inaugurata circa dieci anni fa. Ci saremmo aspettati una risposta da tecnico. Sarebbe come dire che se si ha un'unghia incarnita il podologo suggerisce scarpe aperte piuttosto che intervenire chirurgicamente.
Tutto questo nel silenzio delle associazioni ambientaliste che non vogliono le piattaforme petrolifere al largo della costa perchè "inquinano" e , soprattutto, nel silenzio degli stessi balneatori che si sarebbero dovuti preoccupare di tali livelli di inquinamento. Comprendiamo che i balneatori tengano molto alla propria economia ma qui ci sembra che si riproponga il caso ILVA di Taranto che vede il conflitto tra salute e soldi.
Ed è proprio da uno dei balneatori che sono arrivate le "velate" minacce alla giornalista per aver ripubblicato le notizie del quotidiano IL CENTRO che riportavano l'alto tasso di inquinamento del mare ed aver fatto presente che l'attuale amministrazione ha omesso di apporre i divieti di balneazione per l'incolumità dei bagnanti.


Nel frattempo, il vice sindaco continua a dire che la situazione si ristabilirà a giorni, come se avesse capacità precognitive o competenze tecniche per dirlo. Sicuramente la situazione si ristabilirà, non sappiamo quando, ma intanto l'omissione da parte del sindaco Alessandrini o di chi ne fa le veci ( ci verrebbe da dire ironicamente "le feci" , visto il contesto ) c'è stata. E c'è stata anche la "minaccia" . In Abruzzo non c'è la mafia perchè non si chiama Sicilia ?

Buona stagione balneare

P.S.:
teniamo ad informarvi che la giornalista è stata già vittima di un atto intimidatorio quando le bruciarono l'auto nel recinto di casa. Si potrebbe dedurre che i mandanti di tali minacce siano gli stessi ?
Senz'altro qualcuno starà ridendo sotto i baffi per quello che la giornalista sta subendo per il semplice fatto di riportare i fatti.
http://www.primadanoi.it/news/cronaca/546708/Incendio-distrugge-l-auto-dell-addetto.html






mercoledì 13 maggio 2015

Commercio Abruzzo: non si salverà nessuno,a meno che..


Ecco la fotografia del CRESA sul commercio abruzzese relativa al 2014 e che conferma l'andamento negativo dell'economia. I dati parlano chiaro e li riassumiamo qui:
Fatturato = - 4,5%
Prezzi di vendita = - 0,2%
Occupazione = - 3,6%

Numeri relativi al 2014 che si sommano ai numeri negativi degli anni precedenti. Non a caso anche in Abruzzo la Grande Distribuzione Commerciale ( i centri commerciali ) hanno deciso una politica di riduzione dei costi come quelli del personale. La gente non sta spendendo più e, se i centri commerciali riescono a resistere grazie al potere finanziario, il piccolo commercio di prossimità è ormai soffocato dai debiti. Anche il CRESA ammette che il piccolo incremento di spesa dei cittadini ,che si è avuto durante il periodo delle festività natalizie, non è un indicatore di ripresa. Noi aggiungiamo che le spese durante le festività sono dovute ai soldi delle tredicesime che avanzano dopo che la gente ha pagato la pesante pressione fiscale tributaria ed è una questione fisiologica. Ma anche quest'anno i saldi post natalizi hanno registrato un ulteriore -40% di media rispetto al 2013.
Quello che deve far riflettere è il fatto che ora la riduzione dei consumi sta avvenendo anche per il settore alimentare. Come ha dichiarato il presidente di CONAD, Francesco Pugliese.


E' il chiaro segnale che il potere di acquisto è crollato grazie all'alta tassazione su pensioni e stipendi, sulle proprietà immobiliari, sull'aumento di disoccupati che non hanno soldi da spendere. Sappiamo benissimo quale sarà la fine di tantissime attività produttive, lo diciamo da anni cosa sarebbe accaduto dopo lo scoppio della crisi finanziaria del 2007. Eravamo una voce inascoltata perchè in Italia non ancora arrivava l'onda d'urto. I ristoranti avevano ancora i tavoli pieni. Eravamo una voce inascoltata e/o osteggiata dalla politica e dalle associazioni di categoria quando tentavamo di invitarli ad adottare progetti di tutela dell'economia locale.  Certamente non vogliamo essere apocalittici ma la storia economica insegna, purtroppo non trova mai scolari. C'è ancora la possibilità di salvare il salvabile se soltanto chi fa politica di mestiere e chi dovrebbe "tutelare" sulla carta le attività commerciali facessero un passo indietro e ci desse ascolto.  Senz'altro la soluzione non è il prolungamento di apertura oraria serale delle attività o eventi sporadici serali. Perchè chi non ha soldi per fare compere a mezzogiorno difficilmente li avrà a mezzanotte.

Ai commercianti chiediamo ancora una volta di prestare ascolto e di intervenire ai nostri inviti per l'illustrazione dei progetti di salvaguardia altrimenti è inutile che continuano a piangersi addosso.

giovedì 7 maggio 2015

Pescara allarme buchi, ma non per i conti


" Uomo avvisato, mezzo salvato" , dicevano gli antichi con la loro esperienza. Nel giro di due mesi e mezzo a Pescara si è aperta un'altra voragine in via Pepe, alla zona Stadio. Sono segnali da non sottovalutare perchè stavolta non c'era alcun mezzo pesante come ipotetica causale dell'apertura di una voragine. 
Il 24 febbraio 2015 su via Pepe una betoniera era sprofondata a seguito della voragine che si ipottizzava causata dal suo enorme peso. Poi si scoprì che fu un cedimento del terreno proprio dove passa uno dei più antichi sistemi fognanti di Pescara. Il 6 maggio scorso si è aperto un altro buco, sempre su via Pepe, ma stavolta senza alcun mezzo pesante che potesse creare l'alibi. 
Evidentemente sta succedendo qualcosa nel terreno sottostante via Pepe, una via che subisce da anni gli allagamenti durante le piogge. Una via già interessata ad opere di rifacimento dei sottoservizi urbani, quali le fogne. 
Opera deliberata nel 2011 dalla ex giunta Albore Mascia
Lavori che si sono bloccati perchè con l'insediamento della nuova Giunta Regionale a guida D'Alfonso sono stati tolti i  fondi per il piano antiallagamento innescando le proteste dell'ex assessore al Bilancio regionale, Carlo Masci, ora consigliere di opposizione in Comune. ( http://www.abruzzoweb.it/contenuti/comune-pescara-masci-tolti-soldi-a-piano-anti-allagamento/552649-268/
I Fondi sono stati ripristinati a dicembre del 2014 facendo ritardare i lavori di sette mesi (http://www.cityrumors.it/notizie-pescara/politica-pescara/119221-pescara-lavori-anti-allagamenti-sette-mesi-di-ritardo.html

Un amministratore attento e soprattutto responsabile per la pubblica sicurezza, quale è il sindaco di una città, dovrebbe chiedersi cosa stia succedendo nel sottosuolo alla zona dello Stadio visti i due buchi creatisi nel giro di poco più di due mesi. 
A L'Aquila il terremoto non devastò senza avvisaglie. Le avvisaglie iniziarono molti mesi prima e visto lo spirito di fratellanza con gli aquilani , segnatamente rimarcato dall'attuale sindaco di Pescara , Alessandrini, sarebbe il caso che lo stesso non trascurasse questi "movimenti" di terra onde evitare tragedie. 
Sarebbe intelligente ed opportuno che ,piuttosto che pensare agli pseudo buchi finanziari, pensasse a buchi reali e ben visibili che potrebbero mettere in pericolo le fondazioni dei palazzi e le famiglie residenti. 
Potrebbe iniziare a far effettuare delle verifiche geologiche al sottosuolo di tutta l'area dello stadio a ridosso dei canali fognari dei "fossi Bardet".
Uomo avvisato, mezzo salvato. E che non si dica che non lo avevamo detto.
Prevenire è meglio che curare.


lunedì 4 maggio 2015

A Pescara tornano i benefattori coi soldi nostri


A Pescara sono tornati i benefattori. Scomparsi per cinque anni, durante la giunta Albore Mascia, si pensava ad una estinzione della specie ed invece eccoli ritornare per finanziare i "grandi eventi" organizzati dal Comune di Pescara. Il concerto del 1° maggio è stato il secondo evento finanziato da questi mecenati dopo l'insediamento della giunta Alessandrini. Il primo evento finanziato è stato il concerto della "befana" con i Tiromancino ( visto che saltò quello del capodanno per il troppo freddo)

E' bene ricordare ai pescaresi chi erano i benefattori del concerto di capodanno come è bene far sapere chi pagherà ( visto che la delibera è del 29 aprile 2015 ) il concerto del 1° maggio.
A capodanno i benefattori furono tutte imprese che lavorano con il Comune di Pescara e suscitarono polemiche perchè sono i gestori dei rifiuti e dei cimiteri di Pescara. Due servizi che alla cittadinanza stanno costando abbastanza cari. Il gestore dei rifiuti è stato di recente anche condannato dalla magistratura che ha messo in luce nella sentenza come esso sia diventato "monopolista" dei rifiuti qui in Regione Abruzzo. http://www.primadanoi.it/news/cronaca/558899/Rifiuti--il-giudice--.html mentre il gestore cimiteriale sta lavorando in proroga da sette mesi dopo la scadenza del contratto di appalto dei cimiteri con il Comune di Pescara. Una proroga che scadrà il 31 maggio 2015. Tra meno di un mese. http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2015/04/19/news/il-cimitero-torna-al-comune-ma-il-servizio-rischia-lo-stop-1.11270549
Una gestione cimiteriale che si è rivelata una sanguisuga per i pescaresi che hanno visto raddoppiare il costo in meno di sette anni

L'altro benefattore del concerto di capodanno ( ed anche del 1° maggio ) è la Banca Popolare di Bari che ha rilevato la Caripe, la banca che gestisce la tesoreria comunale.

Già a capodanno, i finanziamenti per il concerto alzarono polemiche e domande che ogni cittadino "sofferente economicamente" dovrebbe porsi e vi linkiamo questo articolo per ricordarvele

Per quanto riguarda il 1° maggio, i benefattori sono stati, oltre che la Banca Popolare di Bari, due aziende che stanno soffrendo la crisi e che hanno messo in cassa integrazione i propri dipendenti o con contratti di solidarietà. Notiamo la SOGEDA ( che balzò alle cronache per presunta evasione fiscale a Madeira http://www.iltempo.it/abruzzo/2010/07/01/madeira-l-isola-del-tesoro-dei-vip-1.107227 ) , una società di distributori automatici di bevande, molti dei quali posizionati anche all'interno delle strutture pubbliche comunali di Pescara.

Poi notiamo la Di Properzio Commerciale s.r.l. che da anni è in crisi a causa dei problemi del porto canale di Pescara che non consentono di poter far attraccare le petroliere. Una crisi che ha portato l'azienda a mettere in cassa integrazione il personale
http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2013/03/01/news/di-properzio-porto-fermo-aumento-le-cassintegrazioni-1.6622647
"Di Properzio che un mese fa circa usciva su Il Centro annunciando la cassa integrazione per i propri dipendenti per la crisi aggravata dalla situazione del porto di Pescara? Cassa integrazione per i dipendenti, ma poi si sborsano 2mila euro per un concerto ". Alcune "ombre" sulle effettive donazioni, ed i dubbi che ci poniamo noi sulla filantropia di questi benefattori, le troviamo scritte in questa analisi nel blog dell'addetta stampa dell'ex sindaco di Pescara , Luigi Albore Mascia. http://patriciafogaraccio.blogspot.it/2015/05/primo-maggio-passata-la-festa-gabbato.html?spref=fb

Benefattori che in cinque anni, da quando non ci fu più il PD al governo della città, scomparvero, come potete leggere da queste vecchie dichiarazioni
http://www.primadanoi.it/news/pescara/7662/Mascia--110-cantieri-in-citta---Non-ci-sono-mecenati--non-li-cerco-e-non-bussano-.html

E' lecito chiedersi se i benefattori si aspettano di ricevere dalla politica attuale una conferma degli appalti in cambio di "donazioni" ? E' lecito chiedersi cosa ne pensano i cassaintegrati delle aziende benefattrici in merito a queste "donazioni" ? E' paraculaggine dire alla cittadinanza che i concerti sono gratis quando la cittadinanza ha subìto un aumento doppio dei costi cimiteriali e dei rifiuti gestiti dai benefattori ? 

mercoledì 29 aprile 2015

Pescara, scomparsi sindaco e assessore finanze


Doccia fredda al Comune di Pescara, che dopo aver alzato le aliquote di imposte e tributi al massimo, ora si vede tagliare nuovamente i trasferimenti milionari da parte dello Stato.
Tutti i pescaresi ricorderanno le manovre politiche per far cadere la precedente giunta  di centrodestra. Tutti ricorderanno la fila dal notaio dei consiglieri di opposizione ( che oggi sono al governo della città ) per dimettersi in blocco e far cadere la precedente giunta prima della naturale scadenza elettorale.
http://www.cityrumors.it/notizie-pescara/politica-pescara/74304-pescara-sfiducia-in-arrivo-per-mascia-in-21-si-dimettono-dal-notaio-e-conto-alla-rovescia.html

Tutti i pescaresi ricorderanno che l'attuale amministrazione di centro sinistra allarmava sul buco di bilancio, pur di giustificare alla cittadinanza ma sopratutto ai loro elettori la batosta fiscale che stavano preparando con l'aumento al massimo di tutte le aliquote fiscali. Buco smentito dal loro stesso dirigente Guido Dezio. 

Non restava altro che, per giustificare la mazzata fiscale per imprese e famiglie pescaresi, si invocasse il pre-dissesto finanziario. Una scelta politica che di fatto costringe la città a tenere le aliquote al massimo per vent'anni in cambio di un anticipazione da parte dello Stato di 34 milioni di euro. Ma cosa ci dovrebbero fare con 34 milioni di euro? Un ponte del cielo ?
Starebbero freschi i pescaresi a votare se la politica locale non potrà più decidere le manovre finanziarie fiscali nè come le risorse dovranno essere spese. Perchè in sintesi, il pre-dissesto, commissaria di fatto il bilancio comunale da parte della Corte dei Conti. 

Poi si è scoperto che il Comune non è affatto in dissesto ma sono le famiglie e le imprese ad esserlo. Sopratutto le imprese che non riescono più a pagare imposte e tributi locali, Uno su tutti, la TARI.
Come la stessa assessorA alle finanze, Bruna Sammassimo, affermò in una conferenza stampa
( http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2015/02/11/news/incassi-tari-confermato-buco-di-10-milioni-1.10848398

La stessa assessorA che qualche settimana dopo dalle dichiarazioni accusò malumori con la sua giunta

Ma a leggere le notizie di questi giorni, oltre ai mancati incassi dei tributi per sofferenza economica di famiglie ed imprese e ai mancati rimborsi dal Ministero per la gestione del Tribunale, c'è anche un ammanco di circa 1 milione di euro di crediti inesigibili ,a detta della Soget, e sulla vicenda c'è un'inchiesta della procura che avrebbe un elenco di circa 600 "notabili" personaggi pubblici politici ai quali sarebbero state stralciate le posizioni debitorie. A questi mancati introiti comunali si aggiunge l'ultima tegola: lo Stato restituirà 3 milioni di euro in meno al Comune. Come si può ben vedere dall'immagine dell'articolo sopra, i trasferimenti dallo Stato sono scesi dai circa 27 milioni del 2003 ai 7 milioni e 600 mila del 2015. A questa situazione va aggiunto l'onere che ricadrà totalmente sul Comune per la gestione del Tribunale secondo quanto prevede la Legge di Stabilita' del 2015 e quindi si parla di altri 3 milioni all'anno di uscite interamente sulle spalle dei cittadini.
Nel frattempo, però, a Pescara si continuano a conferire incarichi nonostante il dissesto che paventano ( http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2015/03/03/news/qui-non-funziona-niente-e-la-citta-sta-morendo-1.10976419) e a pagare debiti non deliberati e fatti proprio dallo stesso colore politico che governa oggi, quando a Sindaco di Pescara c'era l'attuale governatore della Regione Abruzzo , D'Alfonso, che commissionò 100.000 euro di libri "suoi" senza nessun atto pubblico di impegno di spesa (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/29/pescara-in-dissesto-controllato-comune-costretto-pagare-i-libri-dalfonso/1381884/ )

C'è da chiedersi a questo punto che fine abbiano fatto l'assessorA alle Finanze ed il Sindaco di Pescara visto che bisogna approvare il bilancio preventivo. Come possono tranquillizzare i cittadini per evitare ulteriori esborsi di soldi? Li avranno lasciati soli? Silenzio tombale anche da parte del dirigente ai Tributi. Al momento l'unica "genialata" che è stata partorita dal presidente della Commissione Finanze è di togliere gli sconti sulle imposte della prima casa ( IMU ), sulla TASI e sulle addizionali IRPEF di stipendi e pensioni . Sinceramente, se la gente finora non è riuscita a pagare i debiti pregressi non vediamo come possa pagare ulteriori tassazioni. La scadenza per il bilancio si avvicina e siamo in attesa di conoscere i nomi dei politici della lista SOGET in mano alla Procura.