giovedì 3 luglio 2014

25 aprile 2014 PER la liberazione - 3^edizione




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Anche in questa primavera del 2014, per il terzo anno consecutivo, a Pescara si è riaffermato il vero significato della liberazione nazionale. Già, proprio quel 25 aprile che per decenni è stato la “festa” non solo dell’odio fratricida antinazionale ma addirittura, caso più unico che raro al mondo, la celebrazione di una sconfitta che fece, ormai sette decenni or sono, del nostro Paese una colonia senza sovranità piegata, politicamente, culturalmente, economicamente, militarmente, alla potenza vincitrice del grande conflitto.
Quel 25 aprile che diventa invece giorno di lotta. Non di festa della liberazione, ma di battaglia PER la liberazione. Quanta forza hanno le parole, quanta forza in quelle sole tre lettere, in quel “per” che disvela la consapevolezza di un popolo di essere ancora in catene, di dover ancora affrancarsi dalla schiavitù.
Nella sua semplicità, è un atto di forza colossale. E’ una presa di coscienza se non unica certamente molto rara in una nazione che ancora si sente in perenne debito nei confronti delle sigarette e della cioccolata con cui hanno barattato la dignità e la libertà di un popolo. E’ una schiavitù strisciante, latente, instillata a piccole dosi quotidianamente nell’arco di decenni. Non è più (solo) una schiavitù imposta coi cingoli dei carri armati, con le armi, con l’omologazione culturale: è la schiavitù del debito.
La schiavitù imposta dalla Banche centrali, dai fabbricanti del denaro prestato a usura a popoli e Stati, la più formidabile arma che sta riuscendo dove poderosi eserciti avrebbero fallito. La schiavitù della dittatura “europea”, dei vincoli di strozzinaggio che ci impongono (“ce lo chiede l’Europa!”) la sottomissione a un sistema di potere e di controllo sociale: il debito come strumento di controllo della sovranità degli Stati.
E’ una schiavitù che conta, quotidianamente, le sue vittime. Morti veri, vite spezzate, appese a una corda in cantina, soffocate nei gas di scarico dell’automobile in garage, trapassate da un proiettile nel cranio, sfracellate sul selciato. Famiglie distrutte, consumatesi nella violenza della ricerca di una morte pietosa, relegate nelle carceri, nei centri psichiatrici, nelle camere mortuarie. Sono le vittime della più grande truffa, della truffa del debito.
E’ per questi morti che si torna a urlare nelle piazze, mai domi, un grido di dolore e di lotta: “non ci suiciderete”. A Pescara, questo 25 aprile, questo grido di rabbia si trasformerà in consapevolezza, in progetti, in studio, in approfondimento; in politica, nella più nobile politica, nell’affermazione della piena sovranità popolare, del diritto al reddito (al di là delle elemosine), della giustizia sociale.
La manifestazione, che si è svolta nel corso di tutta la giornata nella centralissima piazza Sacro Cuore, ha visto alternarsi momenti di dibattito col pubblico, che ancor più degli anni passati è stato numeroso,  a veri e propri corsi di formazione a cura della Scuola Auritiana, a presentazioni librarie (il ricercatore Daniele Pace ha presentato il suo saggio “La moneta dell’utopia” e Cosimo Massaro la sua opera “Eurodisastro”) e a lezioni come quella del professor Cesare Padovani circa l’impossibilità fisica di estinzione del debito pubblico. La conoscenza, la consapevolezza, si sa, sono le armi più forti.
Numerosi i gruppi e le associazioni che aderiscono all’iniziativa. Un ruolo da protagonista, per via della sua pluriennale presenza attiva nel capoluogo adriatico, è coperto dall’Associazione pescarese “Terra Nostra” di Eusebio Zavatti e Gianluca Monaco. Nel comunicato da loro diramato si dicono infatti “onorati di aver ospitato per il terzo anno consecutivo la manifestazione del 25 aprile PER la liberazione che, ormai, ha assunto rilevanza e partecipazione di carattere nazionale. Un sentito ringraziamento per l'organizzazione lo facciamo a tutte le associazioni che si sono aggiunte quest'anno. Ormai è sotto gli occhi di tutti che questa “dittatura europea” sta distruggendo le economie dei Paesi che adottano l'euro. Il 25 aprile illustreremo nuovamente le falle di questo sistema monetario, perché uscirne e come uscirne. Illustreremo cosa possono fare gli enti locali nell'immediato, in attesa che i nostri politici nazionali, pagati con gli stessi soldi presi in prestito dal sistema Bce, tirino fuori gli attributi per rinnegare i trattati europei”.
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Oltre alle numerose realtà sociali locali non è mancato il sostegno e la partecipazione di gruppi con una radicata presenza a livello nazionale. 
Appare evidente come gli insegnamenti del professor Auriti e la tesi della sovranità popolare della moneta sono state il collante, il filo conduttore, l’acciaio nelle fondamenta da cui si è dipanata la protesta e la lotta del presidio pescarese. E stata proprio la presenza la presenza della Scuola di Studi Giuridici e Monetari “Giacinto Auriti”, fondata a Roma lo scorso autunno, la novità di rilievo nell’evento di quest’anno.
1398335642.jpgE’ il presidente della Scuola Auritiana Mauro Di Sabatino  a spiegare le ragioni dell’adesione: “Abbiamo accettato con molto piacere l’invito a partecipare a questa terza edizione della giornata nazionale del 25 aprile a Pescara PER la Liberazione avendo saputo dei temi che sono stati trattati negli anni scorsi e che sono l’obiettivo formativo e culturale della rinata Scuola di Studi Giuridici e Monetari che abbiamo intitolato al prof. Giacinto Auriti. Sarà una giornata PER la cultura della liberazione dal debito dove noi faremo la nostra parte con due sessioni di corsi gratuiti al pubblico. I tempi che stiamo vivendo sono caratterizzati dall’acuirsi delle conseguenze di una mancanza di proprietà democratica, quindi popolare, dello strumento monetario. Il nostro intervento ha messo in luce quello che storicamente non è scritto sui libri di testo ufficiali, soprattutto di carattere storico ed economico.  Abbiamo parlato di liberazione da un establishment che detiene la proprietà e la gestione della moneta e che pertanto ha indebitato tutti i popoli con le pseudo guerre e rivoluzioni. Sono caduti regimi dittatoriali e monarchie per far posto alle democrazie ed agli Stati Costituzionali che hanno giusti doveri e giusti diritti tranne quello di essere proprietari della loro moneta. Se in monarchia ed in dittatura la moneta apparteneva al monarca o al despota – prosegue Di Sabatino -  in democrazia la moneta dovrebbe essere del popolo e non di un ristretto numero di soci privati delle banche centrali di emissioni. L’occasione del 25 aprile è stata propizia per far cultura in tal senso e ripercorrere tappe fondamentali del declino delle società e per fare massa critica sul futuro che ci attende con questo sistema monetario. Le lezioni gratuite che abbiamo tenuto in piazza sono state un’opportunità per tutti coloro che intendono capire il futuro che ci aspetta”.
Un grido di battaglia che nessun uomo libero, nessun cittadino, può lasciare inascoltato. Ne va della nostra dignità, della nostra libertà, della nostra stessa vita.

25 aprile 2014 – PER LA LIBERAZIONE – Piazza Sacro Cuore, Pescara, dalle ore 10 alle ore 21.

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