mercoledì 13 maggio 2015

Commercio Abruzzo: non si salverà nessuno,a meno che..


Ecco la fotografia del CRESA sul commercio abruzzese relativa al 2014 e che conferma l'andamento negativo dell'economia. I dati parlano chiaro e li riassumiamo qui:
Fatturato = - 4,5%
Prezzi di vendita = - 0,2%
Occupazione = - 3,6%

Numeri relativi al 2014 che si sommano ai numeri negativi degli anni precedenti. Non a caso anche in Abruzzo la Grande Distribuzione Commerciale ( i centri commerciali ) hanno deciso una politica di riduzione dei costi come quelli del personale. La gente non sta spendendo più e, se i centri commerciali riescono a resistere grazie al potere finanziario, il piccolo commercio di prossimità è ormai soffocato dai debiti. Anche il CRESA ammette che il piccolo incremento di spesa dei cittadini ,che si è avuto durante il periodo delle festività natalizie, non è un indicatore di ripresa. Noi aggiungiamo che le spese durante le festività sono dovute ai soldi delle tredicesime che avanzano dopo che la gente ha pagato la pesante pressione fiscale tributaria ed è una questione fisiologica. Ma anche quest'anno i saldi post natalizi hanno registrato un ulteriore -40% di media rispetto al 2013.
Quello che deve far riflettere è il fatto che ora la riduzione dei consumi sta avvenendo anche per il settore alimentare. Come ha dichiarato il presidente di CONAD, Francesco Pugliese.


E' il chiaro segnale che il potere di acquisto è crollato grazie all'alta tassazione su pensioni e stipendi, sulle proprietà immobiliari, sull'aumento di disoccupati che non hanno soldi da spendere. Sappiamo benissimo quale sarà la fine di tantissime attività produttive, lo diciamo da anni cosa sarebbe accaduto dopo lo scoppio della crisi finanziaria del 2007. Eravamo una voce inascoltata perchè in Italia non ancora arrivava l'onda d'urto. I ristoranti avevano ancora i tavoli pieni. Eravamo una voce inascoltata e/o osteggiata dalla politica e dalle associazioni di categoria quando tentavamo di invitarli ad adottare progetti di tutela dell'economia locale.  Certamente non vogliamo essere apocalittici ma la storia economica insegna, purtroppo non trova mai scolari. C'è ancora la possibilità di salvare il salvabile se soltanto chi fa politica di mestiere e chi dovrebbe "tutelare" sulla carta le attività commerciali facessero un passo indietro e ci desse ascolto.  Senz'altro la soluzione non è il prolungamento di apertura oraria serale delle attività o eventi sporadici serali. Perchè chi non ha soldi per fare compere a mezzogiorno difficilmente li avrà a mezzanotte.

Ai commercianti chiediamo ancora una volta di prestare ascolto e di intervenire ai nostri inviti per l'illustrazione dei progetti di salvaguardia altrimenti è inutile che continuano a piangersi addosso.